Il Palio di Siena, un vero e proprio stile di vita
Di sicuro è uno dei principali motivi per cui Siena è famosa in tutto il mondo: il Palio, una corsa di cavalli come ce ne sono tante altre in Italia, è famoso non tanto per la corsa in sé ma per tutto l’ardore e la passione che i senesi mettono in questa loro tradizione secolare e in tutto quello che durante l’anno ci gira intorno.
Qualche cenno di storia del Palio di Siena
Il primo palio moderno si corse a Siena nel 1656, da quel momento in poi tutto è rimasto praticamente uguale. Forse l’unica cosa che è veramente cambiata è il fatto che adesso è probabilmente la corsa di cavalli più famosa al mondo e magari, anno dopo anno l’entusiasmo e l’orgoglio dei senesi sia ancora aumentato.
La corsa di cavalli più famosa d’Italia, si tiene due volte l’anno, le date dei Palii di Siena sono il 2 di luglio e il 16 di agosto, il premio è il cosiddetto drappellone, dipinto ogni volta da un artista diverso.
Le contrade di Siena
La città è suddivisa in 17 contrade che si combattono durante queste gare.
La mappa della città con i territori delle contrade
Archivio di Stato di Siena - Balìa, 231, c.78
G.Silvestri. Pianta Topografica della città di Siena, con l'indicazione delle 17 Contrade, compilata nel settembre 1849
Il primo palio moderno si corse a Siena nel 1656, da quel momento in poi tutto è rimasto praticamente uguale. Forse l’unica cosa che è veramente cambiata è il fatto che adesso è probabilmente la corsa di cavalli più famosa al mondo e magari, anno dopo anno l’entusiasmo e l’orgoglio dei senesi sia ancora aumentato.
La corsa di cavalli più famosa d’Italia, si tiene due volte l’anno, le date dei Palii di Siena sono il 2 di luglio e il 16 di agosto, il premio è il cosiddetto drappellone, dipinto ogni volta da un artista diverso.
I giorni che precedono il Palio
Nei giorni che precedono la corsa l’aria all’interno delle mura della città è elettrica, a tutte le ore del giorno risuonano i tamburi dei contradaioli in fremente attesa del grande evento.
Nei giorni prima del Palio si moltiplicano le occasioni per stare con i compagni di contrada, e nella migliore tradizione italiana, a grandi festeggiamenti si accompagnano grandi mangiate e bevute e quindi, spesso si tratta di cene nella sede della contrada. Quella più famosa e importante è sicuramente la Cena della prova generale, che si svolge la sera della vigilia del palio, in cui si brinda si stipulano i patti più o meno segreti detti "partiti" fra le contrade e si fanno discorsi di incoraggiamento per chi correrà.
Il corteo storico, ci si avvicina alla corsa rievocando i fasti del passato
La gara che si tiene in Piazza del Campo è solo una parte dell’evento.
La mattina inizia con la “messa del fantino” che viene celebrata dall’Arcivescovo nella Cappella di Piazza vicino Palazzo Pubblico.
La prima parte della cerimonia è una grande parata, chiamata “corteo storico” che formalmente ricorda le istituzioni, i costumi, la gloria e la grandezza dell’antica Repubblica di Siena. Essere scelti come figuranti della parata è un grande onore e tutti quelli che partecipano indossano abiti bellissimi ispirati alla moda del XVII secolo (un po’ caldi forse per il periodo dell’anno in cui si tengono le corse, ma di grande effetto).
Il corteo storico passa attraverso le strade principali del centro storico e si ferma di fronte al Duomo (la Cattedrale di Siena) per poi finire dove si tiene la corsa, in Piazza famosa per la sua forma a conchiglia, per la particolarissima prospettiva di alcuni palazzi e per le bellezze artistiche all’interno e intorno al Palazzo Pubblico.
La corsa dei cavalli
La corsa dei cavalli di per sé, di solito non dura molto a lungo, ma la preparazione e l’eccitazione che c’è nell’aria nei momenti che la precedono e la gioia o la disperazione (delle contrade perdenti, ovviamente) è qualcosa di assolutamente unico.
Immaginate una piazza gremita, di gente che aspetta in religioso silenzio, fino a che non arriva, fortissima, l’emozione della vincita o della perdita: sensazioni davvero uniche.
Qualche regola per guardare il Palio
Ogni anno dieci, delle diciassette contrade, vengono tirate a sorte per competere durante uno dei due Palii. Le 7 contrade che non corrono durante il primo Palio dell’anno parteciperanno automaticamente al secondo, in agosto.
I cavalli e i fantini rappresentano le persone (“il popolo”) di ognuna delle contrade e corrono a pelo e vestiti con i colori.
La fase de “la mossa”, ossia il momento della partenza è una delle più delicate. L’ordine di ingresso dei vari cavalli è determinato in modo casuale utilizzando delle biglie, dette “barberi”, dipinte coi colori delle contrade che correranno. Questo ordine rimane segreto fino all’ultimo.
Il primo cavallo che attraversa dopo aver fatto 3 giri di piazza arriva alla fine della corsa, segnata dal bandierino di traguardo, vince. Da notare che il cavallo che vince e non il fantino, dato che il cavallo vince anche se durante la corsa ha perso il fantino.
Il Palio dura tutto l’anno
Quello che rende questo evento davvero qualcosa di unico però è il fatto che ogni contrada continua a prepararsi per questi due giorni per tutto il resto dell’anno.
Ognuna della 17 contrade pianifica eventi e le attività per tutti i contradaioli, e ognuno di questi ha come obiettivo quello di rinforzare il legame tra i membri di queste comunità chiuse e cercare i soldi che saranno investiti nella gara per fare affari segreti e far perdere le contrade nemiche.
Una questione di famiglia
Come detto, il Palio è decisamente un mondo molto chiuso, in cui si può entrare solo essendo stati battezzati nella chieda della propria contrada. Questa eventualità si può verificare solo nel caso in cui uno dei genitori faccia già parte di una contrada: una sorta di titolo che passa di padre (o madre) in figlio.
Infatti, suona come una genealogia o una parentela, ma forse questa è proprio una dei motivi per cui il Palio di Siena è ancora capace di tenere col fiato sospeso il proprio pubblico in questo modo: sta tutto nel forte legame che si crea negli anni, nel profondo senso di appartenenza alla città e soprattutto, alla propria contrada.
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